«Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e di me sarete testimoni… fino ai confini della terra». Quando il Risorto invia i discepoli, li manda con la ricchezza della sua Parola e con la forza dello Spirito perché è solo lo Spirito Santo che dona il mandato della missione di Cristo e la grazia di portarla avanti. Lo Spirito di Dio è il vero principio e motore dell’evangelizzazione. Inoltre, Gesù rassicura gli Apostoli che non saranno soli, con loro ci sarà sempre lo Spirito che li sosterrà nella missione di portare la Buona Novella ovunque, in tutto il mondo. Oggi abilita anche noi ad essere i testimoni del Signore Risorto.
Le pagine del Primo Testamento narrano la missione dello Spirito nei giorni della creazione e nelle vicende dei Profeti. Lo Spirito si manifesta ancora attraverso il segno dell’acqua che purifica, del fuoco che esprime l’essere e l’agire di Dio, del vento che indica Dio che guida il suo popolo.
Nel Vangelo di Luca notiamo che lo Spirito accompagna sempre la vita di Gesù: dall’annunciazione dell’angelo alle prime parole nella sinagoga, dalle tentazioni nel deserto alla vita donata sulla croce. Negli eventi narrati dagli Atti degli Apostoli vediamo che i protagonisti dell’annuncio non sono né Pietro, né Paolo, né gli uomini e le donne al seguito di Gesù, ma è lo Spirito Santo. L’artefice della missione è lo Spirito di Dio. Nella storia della Chiesa lo Spirito Santo ha sostenuto i martiri, ha creato nuove congregazioni religiose e istituti di carità che hanno operato nell’attività missionaria, ha plasmato la vita di uomini e donne che hanno offerto coraggiose testimonianze del Vangelo e che hanno lasciato tracce di santità.
Ancora oggi possiamo dire che «il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa» (Gv 14, 26). La Chiesa, comunità che annuncia, vive e testimonia il Signore, è mossa dallo Spirito, che «è la luce che orienta la Chiesa: fa chiarezza, aiuta a distinguere, aiuta a discernere… senza lo Spirito tutto resta senz’anima». E ancora «è lo Spirito Santo ad accendere e custodire la fede nei cuori, è lo Spirito che accende e anima la missione» (Papa Francesco).
La missione della Chiesa si muove con la forza e con l’azione dello Spirito Santo. È Lui che guida il cammino dei discepoli missionari mostrando loro la via e le modalità per trasmettere la Parola e donare la Presenza del Signore. Non possiamo dare testimonianza piena e genuina di Cristo senza l’impulso e l’aiuto dello Spirito. Ogni discepolo missionario è chiamato a vivere con lo Spirito nel quotidiano e a ricevere forza da Lui. È lo Spirito il vero protagonista della missione, è lo Spirito a donare le parole giuste al momento giusto e nel modo giusto.
Lo Spirito è come un vento forte e libero, che non si può fermare e nemmeno controllare, che non si lascia inquadrare dai nostri pensieri. Quante volte ci siamo resi conto che i disegni di Dio non sono i nostri disegni e che i tempi di Dio non sono i nostri tempi. Quante volte abbiamo constatato che lo Spirito rinnova le nostre vite e apre strade per noi impensabili. Quante volte ci lasciamo sorprendere dalla creatività dello Spirito che continuamente «rinnova la faccia della terra».
Lo Spirito ci dona forza, coraggio e sapienza per testimoniare il Cristo. Per questo «ogni discepolo missionario di Cristo è chiamato a riconoscere l’importanza dell’agire dello Spirito, a vivere con Lui nel quotidiano e a ricevere costantemente forza e ispirazione da Lui. Quando ci sentiamo stanchi, demotivati, smarriti, ricordiamoci di ricorrere allo Spirito Santo nella preghiera, la quale ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria, per lasciarci ristorare e fortificare da Lui, sorgente divina inesauribile di nuove energie e della gioia di condividere con gli altri la vita di Cristo» (Papa Francesco).
Lo Spirito, «che è Signore e dà la vita», è sempre con noi e ci illumina, ci accompagna, ci sostiene, ci trasforma. È il nostro compagno di viaggio e sappiamo che non possiamo essere portatori di Cristo senza camminare con lo Spirito Santo, senza operare con lo Spirito Santo, senza lasciare che lo Spirito Santo sia il vero protagonista della nostra vita e della missione della Chiesa. Trasformando una frase di Sant’Ignazio di Loyola, potremmo dire: fate bene quello che dovete fare, come se tutto dipendesse da voi, sapendo che in realtà tutto dipende dallo Spirito di Dio.
In particolare, lo Spirito è relazione e nel nostro impegno di discepoli missionari ci aiuta a creare relazioni. Lo Spirito è relazione del Padre con il Figlio, lo Spirito è relazione fra la Trinità e noi, lo Spirito promuove relazioni fra di noi. Noi viviamo di relazioni e siamo fatti di relazioni. Il cammino della Missione passa dal saper tessere relazioni. Lo Spirito innesca processi relazionali fatti di attenzioni, di ascolto, di conoscenza, di comprensione, di stima. Le trasformazioni che vorremmo vedere nel mondo partono da noi. La Missione siamo noi: noi siamo Missione per rinnovare la faccia della terra e rivelare alle genti «i cieli nuovi e la nuova terra» (Ap 21, 1). Il quotidiano della vita è il nostro campo di lavoro dove lo Spirito opera relazioni che creano fraternità. Vivere la fraternità ci porta a vivere ogni relazione come un cammino di amicizia, avendo cura dell’altro, attenti al bene che l’altro ha da offrirci e a quanto anche noi possiamo offrire a lui, con l’impegno di operare per l’umanità e farla diventare «cantiere di fraternità».
«È mia convinzione profonda che lo Spirito c’è, anche oggi, come al tempo di Gesù e degli apostoli. C’è e sta operando, arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi tocca riconoscerlo e accoglierlo, assecondarlo, fargli strada. C’è e non si è mai perso d’animo nel nostro tempo. Al contrario, sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva anche là dove mai avremmo immaginato. Di fronte alla crisi nodale della nostra epoca, che è la perdita del senso dell’invisibile e del trascendente, la crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando la sua partita vittoriosa nella invisibilità, nelle piccolezze. Parlare dello Spirito Santo è riconoscere la sua azione nel cuore di ogni uomo, nelle nostre città e nella storia, per suscitare in esse persone e gruppi che siano come Gesù, che, come Lui, pensino, agiscano, soffrano da veri figli di Dio e come lui donino la vita per i fratelli» (Card. Martini).
Lo Spirito Santo prepara e lavora i cuori. È lo Spirito ad accompagnarci, guidare e consolare dentro le circostanze che ci troviamo a vivere. Quando arrivano i problemi, lo Spirito Santo lavora anche lì con il suo conforto, le sue consolazioni.
Senza lo Spirito Santo non c’è annuncio del Vangelo. La missione è lasciarci guidare dallo Spirito Santo: è Lui che spinge ad annunciare il Regno di Dio. Con la testimonianza di ogni giorno.
Flavio Facchin omi