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(Dalla rivista “Missioni OMI” 01/02 del 2013)
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Sono passati più di trent’anni anni da quando ho fatto per la prima volta un biglietto di sola andata: avevo appena ottenuto la maturità scientifica e andavo a vivere nella comunità Oblata di Marino. Dei mesi, un anno, due…? Non sapevo bene cosa sarebbe stato, ma mi sentivo coinvolto dalla vita dei missionari e dal loro modo di spendersi senza misura per trasmettere il vangelo. Quello stile di vita mi attraeva e giustificava una partenza senza un ritorno programmato.
Questo mio primo partire a fondo perduto era già gravido di quella chiamata alla fiducia incondizionata in Dio-Amore, di quel “senza misura” che è lo stile di Gesù, primo missionario. Sentivo sbocciare in me una libertà a tutto campo di fronte a me stesso e di fronte a quanti incontravo. Adesso, col senno del poi, dopo svariati biglietti di sola andata, lo comprendo: il Signore mi chiamava ad essere missionario, ad uscire dal mio mondo e andare verso l’altro veramente, rischiando di non potere più tornare indietro. Non è quello che ha fatto Gesù facendosi uomo?
p. Adriano Titone omi
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