La missione per papa Francesco nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2022
«Di me sarete testimoni». Queste parole appartengono all’ultimo dialogo di Gesù Risorto con i suoi discepoli, prima dell’Ascensione al cielo, come descritto negli Atti degli Apostoli: «Riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8). Questo è il tema della Giornata Missionaria Mondiale di domenica 23 ottobre 2022, che come sempre ci aiuta a vivere la missionarietà della Chiesa: la Chiesa è per natura missionaria. Ecco dieci «spunti missionari» ripresi dal Messaggio di papa Francesco.
1. «La Chiesa è per sua natura missionaria»: per questo «di me sarete testimoni» è l’invito che Gesù continuamente ci rivolge. La Chiesa ha come missione quella di evangelizzare, rendendo testimonianza a Cristo. Di più, l’identità della Chiesa è evangelizzare. «Sogno una Chiesa più missionaria, che vada incontro all’altro senza proselitismo e che trasformi tutte le sue strutture per l’evangelizzazione del mondo attuale».
2. «Tutti i discepoli saranno testimoni di Gesù»: grazie alla forza che per grazia ci viene data dallo Spirito Santo. Come Cristo è il primo inviato e testimone fedele, cioè missionario del Padre, così ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone.
3. «La missione si fa insieme»: ogni battezzato è chiamato alla missione nella Chiesa e su mandato della Chiesa, non per iniziativa personale. «Evangelizzare non è mai per nessuno un atto individuale, ma profondamente ecclesiale» (EN 60). Infatti, Gesù invia i suoi discepoli in missione a due a due. Da qui l’importanza di una comunità, anche piccola, per portare avanti la missione.
4. «La vita personale è in vista della missione»: siamo inviati al mondo non solo per fare missione, ma soprattutto per vivere la missione che ci viene affidata, non solo per dare testimonianza, ma soprattutto per essere testimoni di Cristo. L’essenza della missione è testimoniare Cristo, cioè la sua vita, passione, morte e resurrezione. È Cristo, e Cristo Risorto, Colui che dobbiamo testimoniare in parole e azioni, annunciando la Buona Notizia con gioia e franchezza, come i primi apostoli.
5. «Il vero testimone è il martire»: nell’evangelizzare, l’esempio di vita cristiana e l’annuncio di Cristo vanno insieme. L’uno serve all’altra. Sono i due polmoni con cui deve respirare ogni battezzato e ogni comunità per essere missionari. Rimane sempre attuale quanto diceva Paolo VI, cioè che «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni» (EN 41). Nessun ambiente di vita ci è estraneo per portare il Vangelo in maniera coerente e gioiosa, con coraggio e franchezza.
6. «Fino ai confini della terra» (At 1,8): la missione della Chiesa ha carattere universale. Gli Atti degli Apostoli ci raccontano il movimento missionario della «Chiesa in uscita» che parte da Gerusalemme per espandersi fino ai confini della terra per testimoniare Cristo Signore. Nel nostro tempo, a causa di persecuzioni religiose e situazioni di guerra e violenza, molti cristiani sono costretti a fuggire dalla loro terra verso altri Paesi. Questi fratelli e sorelle testimoniano Cristo e l’amore di Dio nei Paesi che li accolgono. Pensiamo a come la presenza di fedeli di altre nazionalità potrebbe arricchire il volto delle nostre parrocchie e renderle più universali; per questo la cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che può aiutare i fedeli locali a riscoprire la gioia della fede cristiana che hanno ricevuto.
7. «Nessuna realtà umana è estranea alla missione dei discepoli di Cristo»: siamo invitati ad andare oltre i nostri luoghi consueti per portare la testimonianza del Signore. Pensiamo alle periferie geografiche, sociali ed esistenziali: i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo. Consideriamo che, ancora oggi, esistono zone geografiche in cui non sono arrivati i missionari testimoni di Cristo e il Vangelo.
8. «La Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre in uscita»: come appena detto, verso nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane «di confine», per rendere testimonianza di Cristo e del suo amore agli uomini e alle donne di ogni popolo, cultura, stato sociale. In questo senso la missione sarà sempre «missione ad gentes», perché la Chiesa deve spingersi sempre oltre i propri confini per testimoniare a tutti l’amore di Cristo.
9. «Con la forza e sotto l’azione dello Spirito Santo»: non possiamo dare testimonianza piena e genuina di Cristo senza l’ispirazione e l’aiuto dello Spirito. Perciò, ogni discepolo missionario è chiamato a vivere con lo Spirito nel quotidiano e a ricevere forza da Lui. È lo Spirito il vero protagonista della missione, è lo Spirito a donare le parole giuste al momento giusto nel modo giusto.
10. «Nella preghiera»: che ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria per lasciarci fortificare dal Signore, sorgente inesauribile di nuove forze e della gioia di condividere la vita di Cristo. Quando siamo stanchi, demotivati, smarriti, nell’incontro con il Signore nella preghiera troviamo ristoro, coraggio e nuovo entusiasmo.
«Con Maria»: la Chiesa, quando annuncia Cristo, chiede sostegno alla Madre dicendo: «Mostraci Gesù». È da Lei che si impara ad essere discepoli e missionari, per questo la Chiesa missionaria è sempre accompagnata da Maria. Come Maria che ci porta in dono Gesù, così la Chiesa che noi siamo porta Gesù e con Lui porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia.
Flavio Facchin omi