Una delle pagine più belle del Vangelo è il racconto dei due discepoli di Emmaus. La sera del «primo giorno dopo il sabato» riconobbero il Signore Risorto allo spezzare del pane. Allora si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture»? e corsero a Gerusalemme per riferire ciò che era loro accaduto. L’Eucarestia e la Parola di Dio sono le grandi ricchezze della Chiesa perché sono la presenza di Gesù stesso.
Le pagine bibliche sono la Parola stessa di Dio e parlano di chi Egli sia e della sua azione. I primi versetti della Genesi sono un susseguirsi di quel «Dio disse» con cui furono creati la luce, la terra, le acque, il cielo… e infine l’uomo.
L’apertura del Vangelo di Giovanni sintetizza la storia di Dio con gli uomini in pochissime battute: «In principio era la Parola, la Parola era presso Dio e la Parola era Dio» e la Parola «venne ad abitare in mezzo a noi». Gesù, la Parola, si fa missione «assumendo la condizione umana e divenendo simile agli uomini». Gesù è il primo missionario! Le ultime righe dell’Apocalisse narrano di «una voce potente» che disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose… queste sono parole certe e vere». La Parola di Dio rinnova la faccia della terra e ogni sua cosa.
La Parola e l’Eucarestia sono i grandi doni che Dio ci offre per conoscerlo, seguirlo, amarlo. La Parola diventa tesoro e sorgente di missione per noi discepoli missionari per far conoscere, seguire e amare il Signore. Senza la Parola di Dio le nostre parole sarebbero povere e senza la conoscenza della Parola risulterebbero incomprensibili la vita e la missione di Gesù, e anche le nostre. San Girolamo dice che «l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». La conoscenza della Parola diventa conoscenza del Cristo! Gesù è il volto della Parola, Lui che è il Signore della storia e il Cristo della fede. Abbiamo bisogno dell’intelligenza delle Scritture per la nostra vita e per la nostra azione missionaria.
Siamo chiamati all’ascolto della Parola di Vita perché solo con la sua conoscenza possiamo diventare Vita della Parola. La Parola è Parola di Vita, che noi siamo chiamati a trasformare in Vita della Parola. Non ci stancheremo di dedicare tempo e preghiera alla Parola perché venga accolta in noi come Parola di Dio. Quando diamo tempo all’ascolto dei testi sacri e li interiorizziamo, allora siamo capaci di parlare con il cuore di Dio per raggiungere il cuore degli uomini. Perché la Parola parla del Cristo che facciamo vivere in noi e che vogliamo donare in maniera autentica, coerente, efficace. La Parola infatti porta frutto in abbondanza, come ci ricorda il profeta Isaia: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere bagnato e irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della Parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
La Chiesa che noi siamo è custode e annunciatrice della Parola. La prima comunità cristiana era assidua «nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nella preghiera».
La Parola si fa missione attraverso di noi e ci aiuta a vivere il nostro essere missione perché «tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, correggere ed educare», dice San Paolo. Chi si nutre della Parola di Dio rende presente il Signore, lo fa vivere e lo dona al mondo per far crescere il Regno di Dio.
Quando visitavo le famiglie nella grande parrocchia alla periferia di Dakar, dove ho vissuto una decina d’anni, trovavo quasi sempre nelle loro case una Bibbia aperta su un tavolino. Anche se lo sapevo, mi faceva piacere che mi raccontassero di come la sera la famiglia si ritrovava a pregare leggendo e meditando una pagina del Vangelo: una sera il papà, un’altra la mamma, un’altra la figlia, il figlio. La famiglia pregava con la Parola, che dava loro consolazione, ma anche forza per il loro impegno cristiano in una società a grande maggioranza musulmana.
La Parola ci mette in cammino missionario per incontrare i fratelli e per rivelare l’amore di Dio. Come nella sinagoga di Nazareth: «Oggi si è compiuta questa Scrittura». La Parola vuole prendere Vita nel tempo in cui viviamo: oggi! Come disse James Nkemabin, un giovane della missione di Fonjumetaw, in Camerun: «Per qualcuno io potrei essere l’unica possibilità di incontrare il Vangelo».
Siamo chiamati a far parlare il Vangelo di Gesù: che il suo annuncio, la sua gioia e la sua liberazione possano raggiungere molti. È la missione di ciascuno di noi. Essere «annunciatori credibili, profeti della Parola nel mondo. Appassioniamoci alla Sacra Scrittura, lasciamoci scavare dentro dalla Parola, che svela la novità di Dio e porta ad amare gli altri senza stancarci. Rimettiamo la Parola di Dio al centro della vita della Chiesa. Ascoltiamola, preghiamola, mettiamola in pratica» (Papa Francesco).
Come Maria, Vergine dell’ascolto e Madre della Parola, che sapeva custodire le cose di Dio meditandole nel suo cuore.
«La relazione tra il Risorto, la comunità dei credenti e la Sacra Scrittura è estremamente vitale per la nostra identità. Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo. Giustamente San Girolamo poteva scrivere: “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”. È profondo il vincolo tra la Sacra Scrittura e la fede dei credenti. Poiché la fede proviene dall’ascolto e l’ascolto è incentrato sulla parola di Cristo, l’invito che ne scaturisce è l’urgenza e l’importanza che i credenti devono riservare all’ascolto della Parola del Signore sia nell’azione liturgica, sia nella preghiera e nelle riflessioni personali» (papa Francesco).
Flavio Facchin omi