La vita della Chiesa passa attraverso le parrocchie, migliaia in tutto il mondo. La comunità parrocchiale è il luogo dove si realizza l’opera evangelizzatrice della Chiesa, dove si propone la catechesi per la conoscenza di Gesù Cristo, dove si celebrano i sacramenti e si vive l’amicizia fraterna. Spesso viviamo di nostalgie del passato, quando il campanile era il centro del villaggio: continuiamo a ripetere attività, in tentativi di sopravvivenza, che talvolta hanno poca incidenza sulla vita delle persone. Constatiamo il rischio di fare delle parrocchie delle comunità autoreferenziali in cui ci si accontenta di trovarsi bene insieme, quei pochi rimasti, come pure il rischio che la parrocchia sia un centro di servizi per amministrare i sacramenti. La vita della Chiesa necessita della parrocchia per la trasmissione della fede, per una Chiesa radicata in un determinato territorio, per testimoniare la casa di Dio fra gli uomini. Sì, la parrocchia, con i suoi fedeli e le sue strutture, prima di proporsi nella sua attività pastorale e missionaria, è un luogo di missione.
Papa Francesco ci dice che la parrocchia, «sebbene non sia l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie». Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a sé stessi. La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario» (EG 28).
Tertulliano affermava che «cristiani non si nasce, si diventa». Probabilmente nei nostri Paesi di antica tradizione cristiana ci siamo cullati all’idea di essere nati cristiani, quando invece siamo sempre in cammino sia per diventare cristiani come per diventare Chiesa, tanto più in un luogo particolare come il territorio parrocchiale.
In queste nostre parrocchie vorremmo essere comunità missionaria attraverso un rinnovato annuncio della fede, ad ogni età, per conoscere di più e meglio cosa significhi essere cristiani. In queste nostre parrocchie vorremmo essere comunità missionaria attraverso la vita della nostra fede con le celebrazioni della Parola e dell’Eucarestia, ma anche con le dimensioni dell’accoglienza reciproca, cordiale e gratuita, con le forme di amicizia fraterna che passa dagli eventi parrocchiali più semplici come ai grandi momenti celebrativi dell’anno liturgico e ai momenti di convivialità festiva che le nostre comunità sanno organizzare. In queste nostre parrocchie vorremmo essere comunità missionaria dove sentiamo che questa porzione di Chiesa mi appartiene, è mia e aspetta anche il mio contributo, senza accontentarmi di restare alla finestra. In queste nostre parrocchie vorremmo essere comunità missionaria dove le famiglie hanno un luogo privilegiato, cosicché la parrocchia si senta famiglia di famiglie. Dove la famiglia non è solo destinataria di attenzioni, ma vera risorsa di cammini pastorali. In queste nostre parrocchie vorremmo essere comunità missionaria dove sacerdoti e laici si sentono parte viva della stessa missione di Gesù per essere «sale della terra e luce del mondo», offrendo il volto di una comunità evangelizzatrice che dona autentica testimonianza di uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio per creare nuovi modi di presenza e di incontro.
Flavio Facchin omi