Montevideo, 19 aprile 2014
Carissimi amici,
approfittando di questi giorni di “vacanze pasquali” volevo farvi arrivare fresche notizie dall’Uruguay. Prima di tutto ancora una volta vi ringrazio per il sostegno e l’affetto con cui seguite la nostra missione, essere missionari é proprio questo, mantenere il cuore aperto all’incontro con l’altro ed in questi giorni di Pasqua tutti stiamo sperimentando questa realtà.
Forse ve lo immaginate, o forse no, qui l’anno é al contrario di quello italiano, quando li é estate da noi é inverno, voi avete appena cominciato la primavera e qui gli alberi sono già spogli per i venti autunnali.
In autunno cominciano le scuole e tra queste anche il nostro collegio San José del Cerro. A dire la verità qui in Uruguay si dice che l’anno sociale comincia quando arriva l’ultimo ciclista de la “Vuelta del Uruguay” (Giro ciclistico dell’Uruguay), l’arrivo é previsto proprio per la domenica di Pasqua.
Per quest’anno siamo ancora all’inizio e vogliamo fare con voi questo cammino fino a dicembre. Il collegio funziona tutti i giorni dal lunedì al venerdì, sia di mattina che di pomeriggio, i bambini della mattina sono circa 220, da tre anni fino a 12 anni distribuiti in tre classi di scuola materna, e le sei del ciclo elementare, chiamato qui “Primaria”. Nel pomeriggio rimangono circa la metà degli alunni per altre attività formative e ricreative.
Nei primi giorni di aprile abbiamo inaugurato l’anno scolastico con la celebrazione del compleanno del collegio; già sono 64 anni che il collegio offre il suo servizio in questo quartiere problematico della periferia di Montevideo, lo abbiamo fatto con una gioiosa celebrazione nella nostra parrocchia San Rafael.
Da quest’anno sono il nuovo rettore del collegio, una sfida nuova che mi appassiona ogni giorno di più. Stare vicino al personale, ai bambini ed ai professori mi carica di energia. L’altro giorno passeggiando nel cortile si avvicinano 4 o 5 alunni e mi dicono: “te sei il nuovo rettore vero? Perché non fai qui un liceo così ci rimaniamo ancora sei anni?” Io ho fatto un sospiro e ho gli ho risposto: “Ma se ci sono tanti licei qui in giro perché farne un altro?”. E loro: “Ma questo sarebbe il nostro!”
Mi ha fatto proprio piacere questa richiesta, si vede che davvero si sentono bene qui, come se fosse la loro casa.
Continuiamo ad accompagnarci a vicenda, sappiamo che é a distanza ma siamo sicuri che stiamo percorrendo lo stesso cammino.
Grazie di cuore e a presto.
p. Antonio Messeri omi